Quarto incontro del CIRCOLaw del DSG (Alberto Arcuri e Andrea Contieri)

Si tratta di una iniziativa animata prevalentemente dai dottorandi ed assegnisti del DSG per favorire occasioni di riflessione scientifica in prospettiva interdisciplinare.

  • Data: 10 marzo 2021 dalle 17:00 alle 18:30

  • Luogo: ONLINE tramite piattaforma TEAMS

  • Modalità d'accesso: Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

Incontro 4: mercoledì 10 marzo 2021, ore 17:00-18:30

SISTEMA DELLE FONTI E RUOLO DEL PARLAMENTO ALLA PROVA DELL’EMERGENZA DA COVID-19

Alberto Arcuri e Andrea Contieri (Dottorandi di ricerca in Diritto costituzionale)

L’incontro si terrà tramite la Piattaforma Microsoft Teams:
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Il CIRCOLaw nasce con l’intento di promuovere incontri periodici animati dalla comunità degli assegnisti e dei dottorandi del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna per la discussione – in un clima conviviale e informale – di casi, elementi di prassi e papers.

La partecipazione è libera e aperta a tutti gli afferenti al DSG!

ABSTRACT

SISTEMA DELLE FONTI E RUOLO DEL PARLAMENTO ALLA PROVA DELL’EMERGENZA DA COVID-19

Alberto Arcuri (Dottorando di ricerca in Diritto Costituzionale - Scuola Superiore Sant’Anna) - alberto.arcuri@santannapisa.it

Andrea Contieri (Dottorando di ricerca in Diritto Costituzionale - Università di Bologna) - andrea.contieri2@unibo.it

La riflessione sulle fonti del diritto è dominata, in Italia e non solo, dai tentativi di ricostruire i numerosi itinerari di trasformazione del sistema di produzione del diritto. La nota e inflazionatissima crisi del sistema delle fonti, sovente riproposta insieme all’elenco delle deviazioni dai modelli della produzione giuridica, sta in realtà ad indicare proprio la continua trasformazione, non priva di una propria razionalità, dei meccanismi di produzione normativa. All’interno di questo processo di incessante e radicale trasformazione, la vicenda Covid-19 rappresenta un tassello pregno di sostanza e di spunti di riflessione. Soprattutto perché, come tutti i fatti “eccezionali”, anche questo ha avuto la capacità di rendere macroscopiche alcune tendenze in atto e, contestualmente, di essere la forza propulsiva di dinamiche nuove, l’esemplarità di alcune delle quali è, con ogni probabilità, destinata a ripercuotersi oltre l’assorbimento del fatto eccezionale.

Per questo, in prossimità dall’origine degli eventi ma comunque ad una distanza tale per poterne avere una qualche visione d’insieme, può essere un’operazione particolarmente utile e interessante indagare come il sistema delle fonti in trasformazione si è assestato di fronte all’emergenza.

Nella prima parte, Alberto Arcuri, che si è occupato, recentemente, di indagare il complesso normativo scaturito dalla gestione dell’emergenze, proverà a sviluppare un’idea strutturata in tre punti. In primo luogo, che il complesso normativo scaturito dalla gestione dell’emergenza epidemiologica rappresenta una deviazione (di cui si possono comprendere le cause) dal recinto costituito dal sistema di protezione civile, essendosi sviluppato mediante l’istituzione di una struttura normativa parallela. Struttura parallela che ha rappresentato il canale delle decisioni politiche, mentre sul sistema di protezione civile, e più in particolare sul potere d’ordinanza di protezione civile è stato scaricato il compito di predisporre il coordinamento tecnico dell’emergenza. Infine, che la natura incerta di questo complesso regolatorio (soprattutto per quanto riguarda i d.P.C.M.) sembra poter essere risolta qualificando come “regolamentare” il potere attribuito al Presidente del Consiglio. Un fatto per nulla inedito che, nell’ambito dell’emergenza epidemiologica ha portato ad un compimento esemplare un percorso già in atto.

Nel prosieguo, Andrea Contieri si occuperà di analizzare del ruolo che il Parlamento ha ricoperto nella determinazione del contenuto degli atti emergenziali predisposti sul governo e, più in generale, del modo in cui il Parlamento ha risposto all’inevitabile emarginazione subita con l’avvento della pandemia. Difatti, le modalità che sono state previste per far sì che il Parlamento non fosse totalmente estromesso dalla procedura di adozione dei d.P.C.M. “emergenziali” e la riaffermazione di un opportuno ruolo di indirizzo e controllo delle assemblee parlamentari sull’attività di gestione della pandemia da parte dell’esecutivo rappresentano un’ottima cartina di tornasole per soppesare le concrete modalità di interazione tra i due organi costituzionale e le attuali tendenze delle dinamiche della forma di governo parlamentare. Difatti, tali procedure sembrerebbero l’ennesima conferma di una generale tendenza caratterizzante negli ultimi anni la forma di governo parlamentare; cioè che il coinvolgimento del Parlamento, in campi in cui altrimenti rimarrebbe escluso, passi più per procedure riconducibili all’attività di indirizzo-controllo, che attraverso l’esercizio del potere legislativo, su cui esso sembrerebbe aver perso o, comunque, fortemente attenuato il proprio ruolo trainante.