ABSTRACT
COME NON CONFONDERE QUESTIONI DI FATTO E QUESTIONI DI DIRITTO
Michele Ubertone (Assegnista di ricerca in Filosofia del Diritto) - m.ubertone@unibo.it
In questo intervento si discute la teoria secondo cui la distinzione tra questioni di fatto e questioni di diritto non sarebbe affatto sfumata, come alcuni autori hanno sostenuto.
Benché alcuni enunciati interrogativi possano essere interpretati sia come questioni di fatto sia come questioni di diritto, ciò non dipende dalla vaghezza della distinzione tra i due tipi di questioni. Dipende piuttosto dall’ambiguità di tali enunciati. In particolare, le questioni che Timothy Endicott chiama “di applicazione” sono caratterizzate da un’ambiguità sistematica: sono sempre suscettibili sia di un’interpretazione de facto sia di un’interpretazione de iure.
Con l’intervento si cerca di chiarire la differenza tra queste due interpretazioni sulla base della nozione di presupposizione pragmatica elaborata da Robert Stalnaker. Tracciata questa distinzione, si tenta poi di dimostrare che l’incapacità di riconoscere l’ambiguità delle questioni di applicazione può determinare due tipi di errori nel ragionamento giuridico: un errore fattualista, che consiste nel trattare questioni di diritto come se fossero di fatto, e un errore legalista, che consiste nel trattare questioni di fatto come se fossero di diritto.