Descrizione
Il seminario intende riflettere sull’impatto di talune misure antiterrorismo sul diritto alla libertà personale. Le dichiarazioni di stato di emergenza, comunque denominate, e la loro attuazione sollevano seri profili problematici in relazione alla salvaguardia dei diritti fondamentali. I periodi di crisi sono generalmente caratterizzati da un rafforzamento del potere esecutivo a scapito delle prerogative dell’autorità giudiziaria e dell’usuale attività parlamentare di controllo. A fronte di un’espansione dei poteri di polizia nell’ambito delle misure di contrasto all’emergenza, la privazione della libertà personale emerge come una delle misure antiterrorismo più diffuse. Il ruolo centrale che la detenzione preventiva, in particolare, viene ad occupare comporta seri rischi di abusi ed eccessi da parte delle forze dell’ordine, indebolendo allo stesso tempo i meccanismi posti a garanzia dei diritti e principi non derogabili tra cui quello a non essere sottoposti a tortura o altri trattamenti inumani o degradanti.
Attraverso il prisma della giurisprudenza della Corte, i relatori affronteranno, tra le altre, le seguenti questioni: gli standard imposti dal diritto convenzionale riguardanti i poteri di polizia durante gli stati di emergenza; l’abuso della detenzione preventiva quale diffusa misura antiterrorismo; la recente legislazione francese antiterrorismo ed il paventato rischio di normalizzazione delle norme emergenziali; l’intensità ed i limiti del controllo giurisdizionale circa le misure di emergenza, con particolare riguardo a quelle privative della libertà personale.
Di seguito alcuni dei precedenti rilevanti:
Il seminario è rivolto a studenti, dottorandi, studiosi della materia e operatori nel campo dei diritti fondamentali.